La pace che cos'è?

(Dinanzi ai tanti fatti di guerra e alle tante parole di pace, all'inizio di quest'anno abbiamo voluto prenderci un momento di riflessione per chiarirci le idee. Ci siamo rivolti ad alcuni amici perché ci aprissero il cuore e, ci dicessero che cosa è per loro la pace.
Al di là degli slogan urlati e delle automatiche appartenenze agli schieramenti, nel cuore d'ogni persona giace sicuramente un'intuizione, un'idea, un'attesa che hanno il gusto della verità e che può essere rincuorante e costruttivo conoscere.)

Primo testo

"Egli infatti è la nostra pace,
colui che ha fatto dei due un popolo solo,
abbattendo il muro di separazione che era frammezzo,
cioè l'inimicizia,
annullando, per mezzo della sua carne,
la legge fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo
corpo,
per mezzo della croce,
distruggendo in se stesso l'inimicizia.
Egli è venuto perciò ad annunziare pace
a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli
altri,
al Padre in un solo Spirito."

(Lettera di Paolo agli Efesini 2,14-18)

 

Secondo testo

"La pace non è la semplice assenza della guerra, né può ridursi al solo rendere stabile l'equilibrio delle forze contrastanti, né è effetto di una dispotica dominazione, ma essa viene con tutta esattezza definita "opera della giustizia"

(Dal Concilio Ecumenico Vaticano 2° "Gaudium et spes" n.78)

 

Terzo testo

"In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona, cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera e quindi è soggetto di diritti e doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili."

"La pace rimane solo vuoto suono di parole se non è fondata su quell'ordine che il presente documento ha tracciato con fiduciosa speranza; ordine fondato sulla verità, costruito secondo giustizia, vivificato e integrato dalla carità e posto in atto nella libertà".

(Dall'Enciclica "Pacem in terris" di Giovanni XXIII n. 3 e 60)

 

Quarto testo

Dal Messaggio di Giovanni Paolo II per la giornata mondiale della pace 1 gennaio 2003

"Non è forse questo il tempo nel quale tutti devono collaborare alla costituzione di una nuova organizzazione dell'intera famiglia umana, per assicurare la pace e l'armonia tra i popoli, ed insieme promuovere il loro progresso integrale?"

"Forse non c'è un altro luogo in cui si avverta con uguale chiarezza la necessità di un uso corretto dell'autorità politica, quanto nella drammatica situazione del Medio Oriente e della Terra Santa. Giorno dopo giorno e anno dopo anno, l'effetto cumulativo di un esasperato rifiuto reciproco e di una catena infinita di violenze e di vendette ha frantumato sinora ogni tentativo di avviare un dialogo serio sulle reali questioni in causa. La precarietà della situazione è resa ancor più drammatica dallo scontro di interessi esistente tra i membri della comunità internazionale. Finché coloro che occupano posizioni di responsabilità non accetteranno di porre coraggiosamente in questione il loro modo di gestire il potere e di procurare il benessere dei loro popoli, sarà difficile immaginare che si possa davvero progredire verso la pace."

"C'è un legame inscindibile tra l'impegno per la pace e il rispetto della verità. L'onestà nel dare informazioni, l'equità dei sistemi giuridici, la trasparenza delle procedure democratiche danno ai cittadini quel senso di sicurezza, quella disponibilità a comporre le controversie con mezzi pacifici e quella volontà di intesa leale e costruttiva che costituiscono le vere premesse di una pace durevole."

"A voler guardare le cose a fondo, si deve riconoscere che la pace non è tanto questione di strutture, quanto di persone. Strutture e procedure di pace - giuridiche, politiche ed economiche - sono certamente necessarie e fortunatamente sono spesso presenti. Esse tuttavia non sono che il frutto della saggezza e dell'esperienza accumulata lungo la storia mediante innumerevoli gesti di pace, posti da uomini e donne che hanno saputo sperare senza cedere mai allo scoraggiamento. Gesti di pace nascono dalla vita di persone che coltivano nel proprio animo costanti atteggiamenti di pace. Sono frutto della mente e del cuore di "operatori di pace" (Mt 5, 9). Gesti di pace sono possibili quando la gente apprezza pienamente la dimensione comunitaria della vita, così da percepire il significato e le conseguenze che certi eventi hanno sulla propria comunità e sul mondo nel suo insieme. Gesti di pace creano una tradizione e una cultura di pace."

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Testi degli amici....


"Forse la pace è una sorta di equilibrio instabile nello scorrere del tempo come, una realtà dinamica che non basta mai a se stessa, che non è data una volta per tutte, che mi costringe a tenere alta la guardia per poterla conservare a causa delle variabili della quotidianità.
La pace è armonia e, anche se percepita e goduta per pochi attimi, è una realtà talmente densa di significato da provocare un profondo ed insaziabile desiderio di riaverla, anche se costa un'affannosa ricerca, uno sforzo prolungato.
La pace è gioia, ma nessun venditore è in grado di confezionarla già pronta per vendertela a buon prezzo. E' un bene inestimabile che non si baratta con alcun'altra merce presente sul mercato. Con la pace non si scherza, non si bara, ma ci si gioca fino in fondo; essa esprime un anelito viscerale che nessun insuccesso può soffocare.
La pace va ben aldilà della semplice tolleranza, della nevrotica sopportazione, insomma dell' assenza di conflitto. Potremmo dire che le relazioni superficiali, non supportate da ragioni profonde di giustizia e di amore, sono, al di là delle apparenze, l'anticamera del disaccordo che sfocia, presto o tardi, nella violenza.
Ma, e la considero la cosa più importante, ho la chiara sensazione che la vera pace altro non sia che una risposta, più o meno adeguata, ad un dono infinito che proviene da un Altro, da Colui che ne è la vera fonte.
Da un personale ed armonioso rapporto con lui deriva la consequenziale giusta relazione con me stesso, con gli altri, con il creato: la pace appunto, il sogno concepito da Dio creatore …

(Mirco Tomadini)

 

"Quando Gesù Cristo ci dona la sua pace, dopo la risurrezione ("Vi lascio la pace, vi dò la mia pace") - e ce lo ricordiamo durante ogni s.messa - si trova con le mani, i piedi e il costato feriti dalla cattiveria umana e con il cuore trafitto dal dolore del tradimento di un amico: la sua pace - sicuramente la più perfetta tra quelle possibili per un essere umano - non gli deriva dall'assenza di sofferenza, e nemmeno da una resistenza passiva, quanto piuttosto dalla consapevolezza piena di aver compiuto la volontà del Padre e di aver quindi realizzato la sua umanità di figlio.
Credo che la pace per ciascuno di noi sia quindi questa dimensione filiale che potrebbe accompagnarci ogni giorno, custodendo il nostro mondo interiore nel cuore del Padre, sia quando attraversiamo pascoli erbosi che quando camminiamo attraverso sentieri macchiati di sangue, anche se non li abbiamo mai desiderati. " (Umberto Fasol)


"Ma come calare nel quotidiano la costruzione della pace? La risposta mi è stata suggerita da un film di D. Lynch dal titolo "Una storia vera" che parla di una vicenda realmente accaduta in America, dove un anziano agricoltore cardiopatico, sentito che il fratello, con cui non parlava da trent'anni a causa di un litigio, aveva rischiato di morire, decide di partire a cavallo di un tosaerba e percorrere circa 500 chilometri per andarlo a trovare e riconciliarsi con lui, prima che sopraggiunga la morte.
Ecco quindi che la pace nasce, oltre che dalle marce di migliaia di persone, anche dalla capacità di perdonare chi ci sta accanto. In questo modo forse educheremo qualcuno a fare altrettanto, perché come l'odio, anche la pace può scoppiare come un'epidemia se veicolata dal virus della giustizia e del perdono".

(Michele Perazzani)


"Quando penso alla pace, la penso in negativo, come a qualcosa che non c'è. Noi viviamo in pace, da quasi sessanta anni, ma viviamo in un mondo in guerra. La "pace" non può essere imposta con la guerra, né con la legge del più forte. E' difficile parlare di pace, pensare alla pace, e poi sentire disquisire da un salotto televisivo su "come sarà" la guerra che è già stata decisa. Il presidente americano è convinto che la forza smisurata della sua nazione sia la suprema garanzia del diritto internazionale, e trova un'eco entusiastica in casa nostra. Quello che succede in questi giorni è orribile al di là di ogni immaginazione. Si ha la chiara sensazione, condivisa praticamente da tutti, che la guerra all'Iraq sia già stata decisa, e la si accetta come un evento naturale, come il sole o la pioggia. Si afferma il diritto alla guerra preventiva e la si spaccia come unica risposta possibile al terrorismo. Si arriva a minacciare spavaldamente l'uso dell'arma nucleare, e questa notizia viene data distrattamente tra la cronaca politica e una sfilata di moda, nell'attesa che inizi la partita di calcio. Una volta si scomunicavano i comunisti. E se si rispolverasse questa misura desueta contro i padroni della guerra e i loro complici, visto che così spesso ostentano pubblicamente la loro religiosità?"

(Zeno Bisoffi)